Art. 21
della Costituzione Italiana

“Tutti Hanno Diritto
 di Manifestare Liberamente
il Proprio Pensiero
con la Parola, lo Scritto
e ogni altro Mezzo
di Diffusione.
La Stampa non può
Essere Soggetta ad Autorizzazioni o Censure.”
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tazebao digitale e stampabile
Tirana,
31 Ottobre - 3 Novembre 2002
XXXVIII Congresso del
Partito Radicale Transnazionale

PER POLITICHE NONPROIBIZIONISTE,
PER LA CULTURA
DEL NONPROIBIZIONISMO !

Ho 42 anni e da 25 mi nutro dei sentimenti, delle idee, delle passioni, delle lotte, delle ragioni, dei successi come delle sconfitte, di quello che per me - a tutti gli effetti - si è andato sempre più configurando come un "modus Pensandi et Operandi", una cultura della vita, personale e (quindi) politica, quella della piccola grande galassia RADICALE !
E, nell'esperienza radicale - tra le tante cose - ho imparato a veder concepite, valorizzate e praticate le PAROLE della POLITICA per il loro significato più autentico, semanticamente ed etimologicamente puro, testimoniato e incarnato attraverso il linguaggio delle idee e delle lotte.
Così è stato - sempre tra tante - sulla straordinaria rivisitazione Pasoliniana del concetto di ANTI-FASCISMO.
Così come per le tante battaglie concepite non tanto "CONTRO" i tabù morali, politici e sociali in quanto tali, quanto piuttosto "PER" le Ragioni positive dell'ALTRO E DIVERSO POSSIBILE.
Ed ancora, nella rivoluzionaria concezione della NONVIOLENZA - parola coniata senza trattino - intesa non come assenza di violenza, come inerzia, bens ì come capacità di agire, con forza e determinazione, attraverso modalità non neutrali che mettono in gioco e a rischio sé stessi e non gli altri.
Anche perché mi occupo per lavoro e per passione di comunicazione, negli anni, da militante o da semplice osservatore-sostenitore del percorso radicale (a fasi alterne, ma comunque spesso iscritto) ho certamente attinto a molti spunti di riflessione teorica, cercato di patrimonializzare come miei, modelli positivi ed anche elaborato qualche critica: tutte comunque importanti occasioni di crescita personale.
Sono quindi anni che seguo, partecipo e rifletto anche sulle ragioni delle lotte Anti-Proibizioniste e nel farlo - come penso sia giusto quale metodica generale di approccio ai problemi - spesso rimetto in discussione le ragioni dei Proibizionisti per cercare di capire e di elaborare - se mai possibile - le formule per farle diventare minoritarie !
E così mi sono sempre più convinto che il Proibizionismo, nel meno inquietante dei casi, più che un ideologia sia una scorciatoia culturale, ovvero una soluzione "tecnicamente semplice e moralmente appagante" che  - pur producendo costi umani, economici e sociali altissimi - ovvia di fatto alle ragioni vere e profonde dei problemi sui quali agisce.
Il Proibizionista - in genere - non sviluppa una teoria coerente delle ragioni del suo voler proibire, non rivendica l'appartenenza ad una corrente di pensiero, bens ì si appella a modelli opportunistici di potere e/o di morale.
Viceversa, l'Anti-Proibizionista è generalmente dipinto come un fanatico più libertino che libertario; uno che si batte CONTRO per Ragioni individualistiche o di idealità socio-economiche, comunque poco responsabili verso il moralismo comune.
Ecco, credo che le lotte Anti-Proibizioniste siano lunghe e lente nel maturare consensi proprio perch é implicitamente devono riuscire a far crescere una consapevolezza ed una saggezza culturale e politica, sradicando e superando preconcetti e paure.
Mi domando, quindi, e domando al Congresso, se lo stesso termine ANTI-PROIBIZIONISMO non contenga ed esprima lessicalmente in s é, più antagonismo che protagonismo, più sfida, anche provocatoria, che proposta costruttiva.
E’ proprio perché negli obiettivi di lotta per il superamento dei fondamentalismi e dei proibizionismi sui tanti temi di scienza e coscenza, oltre che sulle droghe, sull'alcool, sul sesso, sull'informazione e su ogni aspetto della vita civile, VIVONO Ragioni laiche, di diritto e di legalità piena, di libertà, di responsabilità, di consapevolezza, ... dell'ALTRO E DIVERSO POSSIBILE, ritengo di suggerire al Congresso ed agli Organi che da esso verranno eletti, di valutare la scelta di adottare - cos ì come fu ed è per la nonviolenza - un termine che identifichi, nel senso più compiuto possibile, l'identità positiva e propositiva di scelte politiche NONPROIBIZIONISTE, finalizzate a sedimentare e costruire la cultura transnazionale del NONPROIBIZIONISMO - concetti espressi e scritti sempre senza trattino !
Certo, una parola come uno slogan non determinano da soli il successo di una battaglia globale come questa, ma forse costituiscono un tassello, tra i tanti, di un mosaico molto grande, al quale noi tutti cerchiamo di partecipare costruttivamente, altrimenti non saremmo qui.
Carlo d'Aloisio  -  Roma
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Proibizionismi Legali e Culturali
L’Articolo 21
della Costituzione:
un diritto
ancora da conquistare.

L'art.21 della Costituzione Italiana afferma diritti fondamentali, confermati nei principi anche dalla dichiarazione dei diritti dell'uomo, ma in parte vanificati e mutilati da leggi vecchie, corporative e illiberali.
Principi - e quindi diritti-doveri - anche disattesi e smentiti nei fatti dal comportamento dei gestori della grande informazione pubblica e privata e da un sistema-giustizia latitante, iniquo oltreché intempestivo; ‘poteri’, entrambi, intellettualmente e materialmente interni al sistema dei poteri forti che hanno governato il nostro Paese negli ultimi decenni.
La testimonianza di questo tazebao digitale è - anche e soprattutto attraverso la disubbidienza civile e la pubblica autodenuncia - quella di affermare il pieno diritto alla libertà di espressione di ogni cittadino, non subordinata ai ricatti di una ‘corporazione chiusa’, a leggi che ne sviliscono e contraddicono il valore ed alle cattive consuetudini professionali, giuridiche e di costume politico.
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neproibice
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dal peccato originale ai preservativi in Africa
la genesi e la storia di una teologia
che condiziona l’emancipazione
fisica, morale ed intellettuale della persona

la strutturale e governata incertezza del diritto
 e l’intempestività del giudizio
“proibiscono” la vera giustizia giusta

crocifissi, mezzelune
e simboli laici nei luoghi pubblici

carceri disumane
e senza capacità di rieducare e reinserire,
pena di morte ed ergastolo:
vendette di stato senza giustizia

Papa Benedetto XVI
ed i preservativi in Africa:
un crimine “morale” contro l’umanità

la globalizzazione in nome della ricchezza:
libera circolazione delle merci
prodotte con il lavoro in schiavitù
e protezionismo territoriale
alla libera circolazione delle persone
ridotte in schiavitù ed alla fame

a chi giovano i proibizionismi ?
interessi criminogeni, mafie,
demagogie moralistiche e controllo sociale

diritto alla religione;
fede, integralismi e libertà:
libere chiese in liberi stati

sessualità e prostituzione:
vizi privati come pubbliche virtù

la politica e i problemi sociali:
gestione delle emergenze,
“impotenza” per le soluzioni radicali

diritto alla vita:
inaleniabile diritto soggettivo della persona
a vivere, ad amare, a procreare, a morire

droghe illegali e droghe di stato:
quali le differenze morali e materiali ?
“paradossi” degli effetti e delle conseguenze
umane, sociali ed economiche

diritto del conoscere per il dovere del deliberare:
le condizioni democratiche e pluraliste
del sapere e del contraddittorio
alla base di ogni scelta libera e consapevole

la storia della Chiesa Cattolica
è anche storia di potere economico e politico,
di integralismo oscurantista e violento,
del classismo sociale, razziale e sessuale
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noprohibition
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nonprohibitionnisme
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nukprohibitionistte
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noprohibicionism
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nãoproibicionism
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“Nell'attuale disciplina, il direttore responsabile iscritto nell'albo ed il ‘proprietario’ fungono da ‘portieri privati’ della libertà di espressione del pensiero sul giornale.”
Piero Calamandrei
nuprohibitionism
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нетзапрета
Libertà di stampare
o LIBERTà di STAMPA ?

Nonostante che sia stata varata 15 anni dopo l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana, la normativa in questione sembra ignorare la lettera e lo spirito della nostra Carta fondamentale, e in particolare dell'art.21, che inibisce al legislatore qualsiasi inibizione al diritto di tutti i cittadini di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, salvo il caso di delitti o di manifestazioni contrarie al buon costume...

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keinverbot
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Δεναπαγόρευση
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niezakazu
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sull'Ordine obbligatorio
per i Giornalisti:

“Null'altro che uno strumento fazioso per impedire agli avversari, agli antipatici, ai giovani, agli sconosciuti, l'espressione libera del pensiero; null'altro che un mezzo per ripetere, forse inconsapevolmente, l'eterno tentativo di limitare il numero degli iscritti alla professione, nell'ingenua persuasione che ciò valga a dar più lavoro agli arrivati, idea falsa sempre in ogni campo e falsissima sempre nella stampa quotidiana, dove l'idea crea i lettori, dove i lettori non sono una quantità fissa ma variabilissima, che cresce o scema a seconda di chi parla ai lettori; e sa parlare chi inventa la parola nuova, sia egli iscritto o no all'albo.”
Luigi Einaudi
nemazabrana
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intetforbud
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不禁止
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هیچ منع
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nonyasak
Oltre ad essere scritto assai bene, quel testo è pure convincente. Nonproibizionismo...  Sì, mi sembra molto giusto, opportuno, funziona.
Ed è anche più adeguato al concetto di antiproibizionismo come lo siamo andati arricchendo, come tu infatti dicevi.
Mi sembra ottimo. e mi sembra che pure in inglese o francese funzioni.
In Tedesco... non so, ma funziona di sicuro, che in tedesco le parole più sono composte e più piacciono... nelle lingue slave, poi, ancora meglio.
Conosco solo il Ceco, ma mi sembra che lo stesso possa valere per altri idiomi della stessa famiglia: NEPROIBICE.
INVECE CHE ANTI-PROIBICE... MEGLIO.
Questa cosa, Carlo, però mettila nel Forum, anzi nei forum. quello trans e quello italiano, dei due siti. magari condensa la premessa, che è ottima, ma lunga e sbilancia il tutto, o forse no, perché va bene insistere sulla tua esperienza, durata, ecc.. no, no, lascia così, e inserisci nei siti. ma davvero. ottimo  io non li seguo, i forum, lì. ma devo cominciare a farlo, ora che ho finalmente preso la mano con windows e connessi... prima, dico fino all'estate scorsa, lavoravo solo in dos.. e puoi immaginare.. ma adesso so' 'na scheggia...  insomma, per quanto non abbia che una idea sommaria sull'ambito, a quel che sento mi sembra non solo uitle, ma necessario inserire questa cosa l à.  
ciao, Carlo, piacerissimo averti incontrato, e non perdiamoci, per favore, di vista. ok?
Ciao e grazie
Consigliere Generale
del Partito Radicale
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Libertà:
stampa e morale

...questo è il caso
del direttore di un giornale


... infatti ai sensi dell'art.5 n.3 della citata legge sulla stampa del 1948, ulteriore requisito per la direzione del periodico, è un documento da cui risulti l'iscrizione nell'albo dei giornalisti, ...
Questo “ordinamento”, come è noto è stato introdotto dal regime fascista con il R.D. 26 febbraio 1928, n.384, ...
La situazione attuale è, pertanto, la seguente: non si può far registrarepubblicare un periodico, se non v'è un direttore responsabile iscritto nell'albo dei pubblicisti ...
... in breve, che se un cittadino concepisce una di tali idee, deve contentarsi di diffonderla, a cena, agli amici disposti ad ascoltarlo, ed è costretto in tal modo ad intensificare impunemente e contro le sue intenzioni, quella corrente gi à abbastanza estesa di pubblica opinione, per così dire “clandestina” ...
Esistono come si vede, buone ragioni perché sia dichiarata costituzionalmente illegittima la ora denunciata disciplina limitativa della libertà di espressione ...
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Berlino 1979 ...
Charlie Check-Point 10 anni prima
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nonproibizionismo  -  le Politiche Economiche e Sociali per una Laica e Democratica Cultura Transnazionale
della Libertà, della Legalità, della Conoscenza, della Responsabilità, del Rispetto delle Identità e delle Diversità
pubblicazione periodica edita e diretta responsabilmente da Carlo d’Aloisio
libero giornalista - non iscritto all’Albo della Corporazione - ai sensi dell’art.21 della Costituzione Italiana
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